lunedì 21 settembre 2020

Il popolo delle torri

Diceva il grande archeologo Giovanni Lilliu, rivolto ai giovani Sardi: “Non dimenticate mai di chi siete figli! Ricordatevi che i nuraghi, i pozzi sacri, le tembe dei giganti e le domus de jana sono state elevate al cielo dai nostri antenati. E sono ancora qui, a sfidare i secoli e i millenni!” E’ statauna bella sferzata d’orgoglio sentire questo gigante dell’archeologia mondiale pronunciare queste parole. La costante resistenziale sarda, di cui parla il Sardus Pater Lilliu è comprensibile e ben visibile nelle oltre settemila nuraghi di cui è costellata la Sardegna e nei numerosi, fantastici pozzi sacri disseminati spesso nei loro dintorni e comunque quasi sempre presso delle fonti sorgive. Ricordo ancora la prima volta in cui visitai il pozzo sacro di Santa Cristina a Paulilatino. Quei gradini così levigati, quella costruzione così perfetta! Capii subito che il pozzo aveva qualcosa di magico! Qualcosa di sacro! Provo ancora una grande emozione ogni volta che ammiro una costruzione in pietra, sia essa un nuraghe, un pozzo sacro o qualunque altra opera megalitica nuragica o prenuragica.