sabato 17 ottobre 2020

I Thirsenoisin - 6

Nel romanzo “I Thirsenoisin” primeggiano le figure dei capi tribù di Kolossoi e Gisserri: Itzoccar e Hannibàal. Itzoccar è il padre di Aristea, promessa in sposa al figlio del capo tribù di Gisserri, Arca Salmàn. Il capo tribù, nella società nuragica occupa il vertice del potere. Egli è il re pastore. Volendo analizzare la sua figura alla luce degli schemi moderni della dottrina delle istituzioni politiche, diremo che il re pastore è senz’altro il titolare del potere esecutivo. Egli è infatti responsabile dell’ordine pubblico all’interno della reggia e del villaggio nuragico ed è responsabile della difesa dei confini esterni del suo regno; è il capo supremo delle guardie e dell’esercito, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra. Per quanto riguarda il potere giudiziario egli è giudice di seconda e ultima istanza di tutte le cause, giudica e commina le sanzioni: dalla pena di morte, all’esilio; dal sequestro dei beni del condannato, all’esecuzione delle pene nei suoi confronti. Per quanto riguarda il potere legislativo, diremo che il re pastore presiede il Gran Consiglio degli Anziani. Questo organo non ha una natura legislativa (nel senso moderno del termine); tuttavia possiamo affermare che il Gran Consiglio degli Anziani è il depositario delle consuetudini e degli usi che regolano la vita della comunità nuragica. Esso è l’unico e vero interprete delle norme dell’ordinamento giuridico nuragico. Pur non potendo creare ex novo delle norme giuridiche (ciò in quanto nella società nuragica le fonti normative di produzione giuridica sono soltanto la Consuetudine o Su Connotu, dove rientrano anche i precedenti giudiziari), il Gran Consiglio degli anziani ne è il custode più autentico e fedele. Tale organo è costituito dal Capo Tribù, che lo presiede; dal Gran Sacerdote, che affianca il Capo Tribù e lo presiede in caso di suo impedimento; ai due vertici appena menzionati si uniscono i rappresentanti più in vista delle due classi sociali dominanti: i Guerrieri e i Sacerdoti , in numero pari (di solito cinque per gli uni e cinque per gli altri). I membri del Gran Consiglio sono nominati dal Capo Tribù (su indicazione del Gran Sacerdote per i rappresentanti di questa classe sociale). Nelle votazioni, in caso di parità, il voto del capo tribù è decisivo (in realtà il voto del Capo Tribù è sempre decisivo, non essendo possibile che una delibera passi con il voto contrario del re pastore). 6. continua…