domenica 29 luglio 2018

Prologo al Vangelo secondo Matteo



Lì, sulla via di Damasco
V’è un bancone  di imposta
Ove son io che intasco
I balzelli senza sosta

Di Cafarnao sul lago
Son, ma qui mi trovi intento
Sia sole oppure vento
Di danari giammai pago.

Finchè giunge un bel giorno
Una luce all’improvviso
Che come il pianto in riso
Cambia l’incasso in storno.

Se qualcosa ancora devi
Di tributi all’Impero
Non dal pubblicano Levi
Dovrai passare invero

Non più, perché ho cessato
Io, il gabellier Matteo,
Pubblicano, oppressor giudeo
Quel lavoro tant’odiato

Non mi guida più il mio estro
a contar gabelle e tasse
or che viaggio col Maestro
sono vuote le mie casse

Ma di gioia ho pieno il cuore
Di passare giorni interi
Per le vie, per i sentieri
Al servizio del Signore. 



Prologo alla Genealogia di Nostro Signore Gesù Cristo


Terzine moderne con versi endecasillabi (ove non diversamente indicato)


Genealogia di  Gesù Cristo, figlio
Del Re Davide e  del profeta   Abramo:
se consentite di darvi  un consiglio,

andate alla Genesi e poi da Adamo
partite; lo stesso se  da San Luca:
ma prestate   attenzione all’origamo

complesso, ‘sì  che esso non vi conduca
in fallo ! Sino a Davide però
nulla quaestio, se si eccettua la buca

di Admin! Dopo il Re Davide ho
da dire che nella genealogia
son diversi: fra quei ch’ei generò

Luca cita Natàm. La dinastia
Secondo Matteo cita viceversa
Salomone, Roboamo e Abdìa

E tutti i re sino a colui che persa
Ebbe poi la vista e la corona!





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martedì 17 luglio 2018

Teatro per sempre







SANDALI NELLA POLVERE
Teatrocronaca in venti scene da Gerusalemme e dintorni di
Ignazio S. Basile
PROLOGO
  L’azione si svolge nel palcoscenico di un anonimo teatro, in una cittadina della provincia italiana nella seconda metà del sec. XX, ove si sta allestendo lo spettacolo “Sandali nella polvere”, teatrocronaca in ventidue scene da Gerusalemme e dintorni. Lo spettacolo è incentrato sulle vicende terrene di Gesù Cristo, rivissute attraverso le testimonianze dei suoi dodici discepoli, affiancati dai due evangelisti Marco e Luca e da alcuni personaggi tratti dal vangelo di San Giovanni, che come dei cronisti solitari, riferiranno al pubblico, in una forma   poetica, rimata ed asciutta,  ciò che hanno visto del Maestro, senza interagire tra loro, se non specificamente richiesti di farlo  dal regista. Quest’ultimo, alla ricerca di nuove forme drammaturgiche,  ha montato il dramma con la tecnica retrocronica ( o del flashback) per cui ha deciso che l’opera debba iniziare con la morte di Gesù e che si snodi quindi, con le testimonianze dei vari personaggi, attraverso il tradimento, la predicazione, i miracoli ed altri episodi della sua vita pubblica e privata, fino alla conclusione che sarà contrassegnata dall’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, deludendo  in tal modo le aspettative di chi crede solo nel teatro di tradizione ed in particolare dell’attore che interpreta il  personaggio di San Luca. Ma per  un disguido della produzione alcuni personaggi del   dramma si ritrovano sul palcoscenico convinti di svolgere una normale prova autogestita, senza essere stati avvisati  che invece, per un cambiamento nella programmazione,  in quel giorno deve  aver luogo una  prova generale alla presenza del  pubblico pagante e dei critici. La mancata  informazione sullo svolgimento della prova generale causerà così  una serie di equivoci e di errori che porteranno gli attori ad interagire ed a colloquiare tra loro, trasformando la commedia, anche grazie alla loro bravura ed alla loro prontezza di improvvisazione, in uno spettacolo comunque divertente e brillante.   L’azione si apre  con il personaggio di San Luca che, nel buio totale,  accenderà una candela. Egli, convinto di essere solo sul palcoscenico, sfoga la sua amarezza contro il regista,  di cui si considera vittima e dopo, notando il pubblico in sala, ne approfitta per criticare tutta la  direzione dell’opera drammaturgia di cui  è interprete.  La scenografia è essenziale. 


Luca (accendendo una candela che tiene in mano, parlando tra sè ) 
-          Oooooh!!!Finalmente ce l’ho fatta, a ritrovarmi sul palcoscenico da solo!!! E’ bastato arrivare un po’ più tardi del solito alle prove ed eccomi qua, nella pace!!! Ora posso riempire il silenzio coi miei    pensieri ed immaginare l’azione teatrale come vorrei che fosse; ma cosa dico? Come essa deve essere,  nell’unica forma possibile e immaginabile! Il teatro è il teatro, che altro sennò?!? Io mi domando e dico: come si può soltanto pensare di cambiare le forme di drammaturgia che da sempre hanno fatto ridere e piangere, amare e odiare, appassionare e disilludere gli spettatori da che mondo è mondo? Hum! Come se duemila e cinquecento  anni di teatro, dai tragediografi greci sino a Pirandello,   fossero passati inutilmente! Hum!!!!  (con  tono di voce più duro ) Ma un giorno o l’altro gliele canterò come si conviene a questo   regista dei miei stivali con la sua smania di  monologhi e sperimentalismo a teatro, adesso! Come se non bastassero tutti gli –ismi di questo infausto millenovecento non ancora trascorso: (elencando in tono pedante, mentre darà mostra di cercare qualcosa)  dadaismo, futurismo, ermetismo; per non parlare di altri –ismi nel campo della politica…Ssssè………. Il teatro, che rappresenta l’azione per antonomasia, ridotto ad una sequela quasi ininterrotta di monologhi che si susseguono in nome dello sperimentalismo di Monsieur Quiensau!!! Oh, ma a me non lo  danno di certo a bere questo bibitismo artistico! Hehehè!!!Ci mancherebbe altro: dopo venticinque di onorata carriera sul palcoscenico! (andando verso il sipario, dopo aver girovagato per il palcoscenico, senza mai guardare direttamente verso  il pubblico)  Ma dove avranno ficcato quel  tavolino con quella bugia? Finirò con lo scottarmi seriamente se tracima questa cera fusa!!!! ( Si accosterà in direzione del proscenio e, seminascosto dalle prime quinte, scorgerà finalmente un tavolino tondo con una bugia) Ah, eccolo qua! (in tono ironico)Trasferito d’ufficio, dalle ultime alle prime quinte!  (Vi sistemerà il suo mozzicone di candela. Posizionando il tavolino verso il centro della scena si accorgerà    del pubblico). Ehi! Ma che diamine??!?? Qui c’è della gente!!! (ritirandosi istintivamente all’interno del  raggio di visuale della candela, ancora  tra sè) Ma, santi numi! C’è il teatro strapieno! Ma che strano! Eppure io sono  certo, che per oggi erano fissate le ultime prove autogestite, come le chiama lui!! Dev’essere stata anticipata la prova generale! Avrebbero potuto anche avvisarmi per tempo, però! I soliti pasticci dell’organizzazione…..Eh già…. Anche il rigore degli orari si è perso con questo pazzo  modernismo! O tempora, o mores!!!!! E va bene! Tanto peggio, tanto meglio! (con un moto improvviso muoverà alcuni passi avanti, superando lo stupore e rivolgendosi al pubblico) Signore e signori…..buonasera!   La vostra presenza qui, è frutto di …un errore…oh no la mia presenza, è frutto di un errore……  (rinunciando a spiegare) Beh, sentite è un po’ troppo lungo da spiegare, ma visto che voi ed io siamo qui,  vorrei almeno  spiegarvi il dramma come lo vedo io, e poi giudicherete voi chi abbia ragione, a proposito di una certa diatriba…… Mmmmmm…. Innanzitutto la storia: si narra di una Madre e, soprattutto,  di suo Figlio; oh, non vorrei anticiparvi troppo, sennò vi rovino lo spettacolo. (pausa)  Però una domanda ve la devo per forza fare: secondo voi, trattandosi di una madre e di un figlio, l’azione dovrebbe ben cominciare con l’ Annunciazione o, quantomeno, con la  Nascita di questo figlio? Ebbene? (pausa retorica ) E invece no! Lui (indicherà con il pollice della mano destra dietro le quinte), lui, dicevo, dice di no! Bisogna iniziare con la sua morte, proseguire poi, via, via, con la risurrezione, con  il tradimento di uno dei suoi migliori amici e poi, a ritroso, narrare  i suoi prodigi, i suoi amici, la sua infanzia, la sua nascita e, finalmente,  l’Annunciazione. E naturalmente io, che interpreto San Luca, il sommo autore dell’Annunciazione, anzicchè apparire per primo sulla scena, apparirò per ultimo. (pausa; in tono sempre più stizzito )  Come se gli uomini, tutto ad un tratto, si mettessero a camminare a testa in giù! O i figli pretendessero di consigliare i genitori!   O magari, che so io, la gallina fosse nata prima dell’uovo! E non è tutto! Non è tutto. Vada per l’annunciazione alla fine, relegata in fondo alla recita. Ma almeno, mi si consenta, rappresentiamola come Dio comanda! (Con gesti appropriati) Un bell’Angelo scende giù dall’alto e annuncia, con voce soave, alla Vergine ignara ed assorta, la nascita del Messìa! No! Neanche questo va bene. Che cosa escogita, lui (gesto  e tono c.s.): sarà lo stesso  San Luca  a svolgere l’azione, senza interagire né con l’angelo né col diavolo che se lo porti, dannato regista del cavolo!
-          (Si sentirà una voce dal retro che chiama,  nervosamente contenuta)
-          Voce : “ Chi è là?  Il regista sta  cercando  come un disperato tutti gli attori! Rispondetemi! La prova generale sta per iniziare! Non avete udito il primo squillo? ”
-          Luca: (accingendosi a squagliarsela) Gesù! Mi sembra la voce di quel micragnoso di Matteo! (rivolto al pubblico) Non traditemi, per carità! Voi mon mi avete visto! A dopo.
SCENA SECONDA
        (Matteo)
Matteo (Accostandosi alla candela ancora accesa)
-          Ma qui c’è una candela  accesa! Poco prima dell’ingresso in scena? (in tono seccato) Chissà chi sarà stato? Ma guarda un po’ se l’amministrazione doveva dimenticare di avvisare alcuni attori che stasera sarebbe andata  in scena una prova generale alla presenza di pubblico pagante e dei critici! Ce ne vuole di……  (Ricordandosi del pubblico) Oh mamma! Il pubblico sta aspettando in sala! Il  regista è nero dalla rabbia!   (Al Pubblico) Ehm… salve! Scusate, avete per caso visto, qua in giro,  un certo San Luca; oh si fa per dire!  San Luca  è soltanto il suo nome di scena! Si tratta di  un attoruncolo semi-dilettante, legato agli schemi teatrali classici più di un bambino ai suoi giochi…..Pensate che costui    pretendeva che il regista rappresentasse   la scena dell’incontro di Maria con sua cugina Elisabetta, possibilmente, sentite questa, con l’asino che servì alla Vergine per raggiungere la cugina, qui, sul palcoscenico, in carne ed ossa. Sapete cosa gli ha detto il nostro regista! (imitando una voce dolce, non astiosa, paterna)Il problema è che non saprei dove trovare altre due attrici per fare le cugine; infatti l’asino potresti interpretarlo benissimo anche tu!” Che risate! Mi sto ancora tenendo la pancia! (pausa) Scusate ancora, ma non vorrei darvi un’impressione sbagliata né di questa opera, né del suo regista. A scanso di equivoci,  vi dirò che il regista è una persona splendida. Ciò che vedrete è frutto di una scelta che     tutti, o meglio, quasi (pausa) tutti, abbiamo fatto insieme al   regista sulla necessità di mutare i canoni della rappresentazione sacra.   D’altro canto chi firma il lavoro è il regista ed è giusto che sia lui a decidere. Non vi pare? (guarderà l’orologio) Mamma, che tardi! Adesso devo proprio andare! (fa per avviarsi) Ah, se  vedete

qualche anima in pena aggirarsi attorno al palcoscenico, speditela subito dal regista, sennò addio recita! A proposito: io interpreto San Matteo………. (Si udranno tre squilli di campanello sonori e prolungati) Oh Dio! I tre squilli! Lo spettacolo sta per iniziare! Adesso vado sul serio! Buon divertimento a voi e in bocca al lupo per noi! (saluta e si avvia portandosi via la candela accesa)

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domenica 8 luglio 2018

Goodby love


Goodby 
flower of Antioquia
I sucked your 
nectar for a day 
and  after
I flew away from you 

Ah, if Nature 
didn’t make  me a bee 
 I would still be
in your arms 
instead of looking  for

the inexistent happiness.