Feci uno sforzo per superare quel grave
disappunto che rischiava di spezzare il feeling che avevo ristabilito con Roma.
La Città Eterna mi ispirava nella ricostruzione di me stesso. Talvolta uscivo a
fare delle passeggiate e mi riempivo i polmoni di quell’aria tersa che si
respira ancora a Roma in certi viali alberati, quando non ci sono troppi mezzi
motorizzati in circolazione. Di sfuggita, dalle finestre aperte, captavo certe
espressioni, certe parole, certi odori (specialmente all’ora dei pasti) che
sono tipici di Roma, che costituiscono parte integrante della terza città più
vecchia del mondo. A volte sentivo dei brani musicali, dei ritornelli, provenire
da qualche apparecchio acustico o da qualche improvvisato cantante; allora mi
tornava alla mente Gabriella Ferri, un’artista che mi aveva colpito, negli anni
della mia prima gioventù; quando avevo cessato di essere un ragazzo pieno di
ideali, ma non ero ancora quel cinico, disincantato che, dopo aver girato mezza
Europa e un pezzo di America, non
credeva più a niente. Roma mi aiutava così a ritrovare quello che ero stato;
credo infatti che, pur non sapendo bene cosa fossi diventato, in giro per il
mondo, sentivo dentro di me che le mie radici mi avrebbero potuto aiutare; le
mie radici erano solide; ero stato qualcosa o qualcuno, prima di perdermi nelle
nebbie londinesi e nelle lande d’America; era quel qualcosa, quel qualcuno che
adesso stavo cercando lì, a Roma.
https://idiomalatinos.wordpress.com/2021/06/14/la-terza-via-15/
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