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Capitolo
Quarto
Luigia
Stranio era la primogenita delle tre figlie che erano nate dal matrimonio di
Sebastiano e Margherita Doria.
Forse
non era la più bella ma sicuramente era la più intelligente, la più estroversa
e la più pudica e osservante delle tre.
Ma non
furono certo queste tre doti, che pur acquistarono un peso determinante in un
secondo momento, a colpire di primo acchito Gaspare Nicolosi.
Il
focoso e passionale siciliano, almeno inizialmente, era rimasto incantato dalla
voce della ragazza, che aveva sentito cantare divinamente ad un ricevimento per
i neo-promossi ufficiali del Regno, oltre che dalle sue forme rotonde e
generose, che gli ricordavano tanto le donne della sua amata isola, pur nel
contraltare del suo incarnato pallido e dei capelli biondi, che aggiungevano al
suo fascino quel tocco di esostico nordismo a cui Gaspare Nicolosi, come
qualsiasi altro siciliano, non seppe resistere.
Il
resto lo fecero certamente quelle doti e complessivamente la personalità della
più matura delle sorelle Stranio.
L’intelligenza
di Luigia la portava ad ascoltare più che a chiacchierare; ed a Gaspare
Nicolosi non dispiaceva affatto essere ascoltato, dato che essendo nato in una
famiglia numerosa, per di più cresciuta
senza padre, tempo di ascoltarlo in casa sua non ce n’era mai stato abbastanza;
la sua estroversione, d’altro canto, compensava il carattere fondamentalmente introverso di
Gaspare Nicolosi; e in quanto alla ferrea osservanza cattolica, che per Luigia
Stranio non era un fatto di costume ma di autentica vocazione interiore, per
Gaspare Nicolosi costituiva una sorta di recupero di quei valori che la sua
prima educazione e soprattutto sua madre, gli avevano inculcato sin da piccolo,
ma che lui, abbandonando la famiglia per seguire Garibaldi, aveva voluto deliberatamente
e apertamente rinnegare.
Insomma
i due giovani erano i classici opposti che però si attraevano a vicenda.
Ma
Luigia, in particolare, non avrebbe mai scelto di accettare la corte del
valoroso siciliano se le sue doti e le sue caratteristiche personali non le
avessero ricordato la personalità di un cugino, Lionello, con il quale lei era
cresciuto e che aveva voluto bene come ad un fratello; il quale cugino, unico
dei tre figli di un suo zio paterno, aveva abbandonato carriera e agi borghesi,
per seguire proprio Giuseppe Garibaldi sin dalle sue prime avventure libertarie
e che Luigia, una volta venutogli a mancare, rivide nella personalità
altrettanto avventurosa e leale del suo corteggiatore siciliano.
Anche
se in effetti i due garibaldini non si incontrarono mai sui campi di battaglia
e si conobbero soltanto in maniera superficiale quando Lionello aveva ormai i
giorni contati.
Infatti
mentre Gaspare Nicolosi si faceva onore nel modo che abbiamo già narrato,
Lionello, nella stessa battaglia di Calatafimi, era stato ferito in modo serio,
seppure apparentemente non gravissimo, e quindi insieme ad una trentina di
altri feriti gravi aveva preso la via del rientro a casa.
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