Erano da poco passate le
undici quando il commissario parcheggiò la sua auto di fronte a un edificio che
un tempo aveva ospitato il centro vitale dell’antico borgo minerario, con
l’Ufficio Postale, la Caserma dei Carabinieri, lo Spaccio Aziendale e, poco più
avanti anche il cinematografo. E dove adesso resisteva ancora un bar, in cui
poterono rinfrescarsi prima di iniziare la passeggiata a piedi che Luisa
accettò di fare con entusiasmo.
Il commissario le fece da
Cicerone, anche se in realtà a guidarlo non erano tanto le sue conoscenze
dirette di quei luoghi, ma più che altro i racconti che i suoi genitori, e sua madre in particolare, gli avevano fatto in gioventù. Prendendola
per mano affettuosamente il commissario la guidò nei diversi siti, ormai
ammantati di un’aura monumentale. La sede della direzione, con gli uffici a
piano terra, gli alloggi del direttore al primo e quelli dei dipendenti, tra
cui suo nonno paterno, al secondo piano. L’ospedale con la chiesetta dedicata a
Santa Barbara, protettrice dei minatori. La laveria, le officine per la
manutenzione degli impianti, la vecchia linea ferroviaria, a scartamento
ridotto, che trasportava piombo e zinco a San Gavino. E infine Telle, il villaggio
dov’era nata sua madre, ormai quasi
inghiottito dalla vegetazione, che si stava riprendendo lentamente tutti gli
spazi che gli uomini le avevano sottratto nei decenni precedenti.
«Sei stanca?»
le chiese a un certo punto il commissario, timoroso di averla fatta camminare a
lungo e per troppo tempo.
«No, per niente! Sei riuscito a farmi
dimenticare, per una buona parte della mattinata i miei problemi quotidiani!»
rispose con trasporto l’avvocato Levi.
«Meno male!»
commentò il commissario sentendosi risollevato da quella risposta entusiasta e
spontanea.«Adesso ti porto in un bel ristorante a
recuperare un po’ di energie, perché poi, se non hai niente in contrario, intendo arrivare sino a Buggerru!»
«Bene! Quest’arietta di montagna mi ha
fatto venire un po’ di appetito!»
Ripresero l’auto e a un certo punto della strada
provinciale imboccarono una strada secondaria che portava, secondo le
indicazioni stradali, alle grotte de ‘Su
Mannau’. Lì, in mezzo ai boschi, c’era il ristorante a cui si riferiva il
commissario.
«Speriamo che sia aperto!»
esclamò l’avvocato Levi appena l’auto fu parcheggiata all’ombra di alcuni
possenti alberi.
Tutt’attorno, a vista d’occhio, non si vedevano altro
che lecci, olivastri e macchia mediterranea.
«Tranquilla! Ho prenotato sin da ieri sera»
disse il commissario.
https://deimerangoli.it/shop/evidenti-apparenze/
Le puntate precedenti sono disponibili al seguente link: https://poetryandmore-albixforpoetry.blogspot.com/2022/03/unindagine-al-di-la-di-ogni-apparente_15.html
Nessun commento:
Posta un commento