https://albixandpoetry.wordpress.com/2023/09/30/i-thirsenoisin-5/
Intanto, in preda a
queste riflessioni, era giunto in vista al recinto dove Rumisu si apprestava a
liberare le sue greggi per condurle al
pascolo. Lo vide, prima anche che sentirlo, raggruppare gli animali, con quei
movimenti e quei richiami che un pastore ripete con la solennità che gli proviene
dall’innato costume a dominare le greggi, ma senza violenza o malanimo, quasi
con amore, come se animali e uomini fossero una sola entità, sacra e da rispettare.
Al contrario del fratello, Rumisu si era
da subito dedicato alla cura delle greggi, con tutta l’anima e con tutto se
stesso. Avevano sposato due sorelle e sua moglie gli aveva già dato due figli, un maschio e una femmina.
«Bentornato, padre!» esclamò
quando fu a portata di voce.
No, Rumisu non c’entrava per niente in quella brutta storia. Era rimasto sorpreso anche lui per il gesto del fratello. Gli aveva letto ancora l’incredulità e la sorpresa nel viso, quando Damasu era fuggito via, e lui finalmente, passato quel drammatico istante, si era reso conto di tutto e si era guardato attorno, per vedere se il pericolo fosse cessato con la fuga del suo mancato assassino.
«Grazie figlio mio. Mi
aiuti a scegliere due caprette da immolare agli dei delle acque per richiedere la guarigione di Elki? Sceglile tra le mie,
naturalmente.»
«Se permettete, padre,
vorrei sceglierne due delle mie. Voglio offrirle io in sacrificio.»
«Sì, certo! Agli dei piaceranno
doppiamente!» assentì con intimo giubilo Itzoccar. «Mandamele con uno dei servi
alla residenza dei sacerdoti, giù al pozzo sacro! »
«Sarà fatto!»
«Vienimi a trovare coi tuoi figli quando
sarai rientrato dai pascoli!»
«Va bene» rispose Rumisu
salutando il padre, che subito si avviò in direzione del pozzo sacro.
continua...
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