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I
Thirsenoisin
Romanzo
d’amore e di guerra
di
ignazio salvatore basile
Capitolo
1
«Tu devi sposare Arca
Salmàn. Sei stata promessa a lui e lo sposerai!»
Il capo tribù Itzoccar
voltò le spalle a sua figlia Aristea e si dedicò alla vestizione, aiutato da sua
moglie Irisha. In giornata doveva dirimere delle controversie di ultima istanza
e non aveva tempo da perdere. E poi, i suoi ordini non si discutevano. Nessuno
osava metterli in discussione. Discutere un ordine di Itzoccar poteva costare
la vita. Tutti lo sapevano. Era su questo che si reggeva, a memoria d’uomo, il
regno di Kolossoi. Come osava sua figlia, poco più di una bambina, discutere
una decisione già presa da lui?
Aristea queste cose le
sapeva; dalla mamma aveva ereditato il candore e la bellezza ma anche l’intelligenza
istintiva che le consentiva quasi di presagire, con fatalismo tutto femminile,
quello che sarebbe accaduto e come doveva comportarsi. Ma sapeva anche che il suo cuore ribelle e il suo temperamento
volitivo (in questo ne aveva preso da suo padre), l’avevano spinta a chiedere udienza e a
tentare di far prevalere, sulla ragione
di stato, le sue aspirazioni, i suoi sogni.
Aveva appreso da tempo di essere stata promessa in sposa, già sette anni prima, al figlio del capo della tribù di Gisserri, da sempre loro alleata. All’inizio, nel suo animo di bambina neppure decenne, quella notizia aveva avuto il sapore di un racconto fantastico, simile a quelle storie raccontate da sua nonna nelle notti d’inverno, sulle fate tessitrici, le caprette parlanti e le caverne piene d’oro e di tesori. Ma adesso, da donna, il suo cuore le aveva imposto di gridare la sua voglia di libertà, il suo diritto a sognare. Già da qualche tempo aveva preso a fantasticare sulle città che si stendevano sul mare, oltre gli ultimi villaggi nuragici. Era lì che volava la sua fantasia, era lì che voleva recarsi; era lì che voleva incontrare un uomo che la conducesse in mare, sulla sua nave grande, a visitare nuove città e nuovi mondi. Lei non voleva rinchiudersi in un villaggio, magari un po’ più grande del suo, come era Gisserri; ma pur sempre un villaggio. Per ora non aveva potuto fare di più che scappare, piangendo, quando suo padre le aveva voltato le spalle in quel modo altero, freddo e indifferente.
«Lo odio, lo odio, lo
odio!!!» aveva gridato singhiozzando, battendo il pugno sul letto, dove si era
buttata disperata. L’impotenza che sentiva pervadere il suo animo, aumentava di
più la sua rabbia e il suo dolore.
Suo fratello le si
avvicinò e cercò di consolarla, accarezzandole i lunghi capelli castani.
«Coraggio, piccola! C’è
un rimedio a tutto! Fatti coraggio!»
Aristea, sul momento, non si chiese come mai il suo fratello maggiore fosse accorso così prontamente. Certamente lui le voleva bene, era la sua sorella minore e aveva avuto sempre nei suoi confronti un senso di protezione. Ma era pur sempre l’erede al trono; e ci teneva a succedere al padre; di questo lui non aveva fatto mai mistero. Li separavano dieci anni di età; lui, il primogenito, erede al trono, lei l’ultimo frutto dell’amore duraturo tra i suoi genitori; anche se degli altri figli nati in mezzo, solo Rumisu, il terzogenito, era sopravvissuto; tutti gli altri figli, chi per una ragione, chi per l’altra, erano morti nei primi anni di vita.
«Aiutami, Damasu! Io non
voglio sposare Salmàn! Io voglio un altro uomo, scelto da me e non da mio padre!»
disse abbracciandolo. Forse per lei c’era ancora una speranza di salvare i suoi
sogni.
Damasu ordinò alla serva
di andare a preparare un infuso caldo per calmare sua sorella.
«Lo so! So tutto, io!» la
rincuorò Damasu, battendole la mano sulle spalle in modo affettuoso. «Ne parlerò
con il saggio Mandis. Nessuno conosce le nostre leggi più di lui e mi saprà
consigliare.»
«Perché? Perché veniamo
obbligate a sposare un uomo che non amiamo?» gli chiese staccandosi da lui e
fissandolo negli occhi.
«Sono le antiche leggi
del nostro popolo. Ma vedrai che Mandis saprà trovare una via d’uscita» rispose
in maniera sibillina Damasu accommiatandosi dalla sorella. E questo bastò per
alleviarle momentaneamente il cuore che sentiva oscuro e pesante nel suo petto.
...continua...
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