Capitolo Secondo
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“ Attaccabrighe, donnaiolo e giocatore! Ecco chi è l’uomo che
aspira alla mano di nostra figlia Luigia! Hai capito, Margherita? Lo hai
capito?”
Donna Margherita guardò senza
apparente emozione il viso alterato dalla collera di suo marito. Dopo
trent’anni di matrimonio, avendo imparato a conoscerlo, decise di lasciarlo
sfogare fino in fondo. Tuttavia trovava ancora simpaticamente buffa quella sua intonazione spiccatamente piemontese che nei momenti di
ira sembrava ancora più accentuata.
- “ E
senza contare che è pure siciliano ed ex-garibaldino!” - . L’ avvocato Stranio
si fece cadere sulla sedia con un’enfasi teatrale, frutto di una abilità
drammaturgica che gli derivava più dalla sua frequentazione delle aule
giudiziarie che da un effettivo sconforto per le notizie che quel biglietto
riservato gli aveva recapitate.
Donna Margherita lesse quelle
poche righe vergate sul foglio che il marito le aveva allungato. Gli epiteti
poco lusinghieri erano riferiti naturalmente al Capitano Gaspare Nicolosi. E a
chi altri, se no? Nessuno prima dell’ufficiale siciliano aveva mai chiesto la
mano della loro primogenita Luigia. Anche lei si sedette sul bordo di una delle
due sedie, dal lato opposto della scrivania.
Per guadagnare ancora qualche secondo fece finta di leggere, ma voleva
solo guadagnare un po’ di tempo necessario a
studiare la migliore strategia.
Il titolo nobiliare lo aveva
acquisito dopo il matrimonio con Sebastiano Stranio che, appartenendo ad una
delle più antiche famiglie di proprietari terrieri del Monferrato, era stato
nominato Cavaliere e Nobil Homo della Corona di casa Savoia, con diritto a
fregiarsi del titolo nobiliare per sé,
per la sua legittima consorte e per il primogenito maschio. Diritto, al
quale, invero, l’Avv. Stranio, in un periodo in cui si faceva commercio perfino
dei titoli nobiliari, non faceva ricorso se non nei documenti e nelle
ricorrenze ufficiali, preferendo utilizzare nella quotidianità il titolo di
avvocato, che pur gli spettava, dato che era un apprezzato legale del Foro
Regio Riunito di Asti e di Alessandria.
Margherita era discendente per
metà da una famiglia della ricca borghesia mercantile genovese e per l’altra
metà, in linea materna, da una agiata famiglia di Tortona.
Dai suoi avi aveva ereditato
il senso pratico degli affari, che aveva
intelligentemente trasfuso nella gestione dei rapporti dentro e fuori la casa,
insieme ad una maggiore prospettiva nella visione del mondo che, al contrario
di quanto accadeva a suo marito, non era circoscritta dai confini del vecchio
Regno di Sardegna o, peggio ancora, da quelli dell’ancor più antico Ducato di
Savoia. E naturalmente non nutriva alcun pregiudizio sui siciliani e sugli
ex-garibaldini. Ma questo si guardò bene dal dirlo. Decise di partire da
lontano.
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“ Bella questa grafia! Di chi è?”- chiese restituendo il foglio.
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“ Del figlio del mio compianto fratello Oddone, il giovane Bartolo
Stranio, quello che sta prestando servizio proprio qui ad Alessandria, nel
Primo Battaglione del 48.mo Reggimento Piemonte Fanteria, lo stesso dove
è stato inserito questo capitano Nico non so che!”
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“ Nicolosi” – disse pazientemente Donna Margherita.
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“ Appunto!”- interloquì l’avvocato Stranio, ricordandosi che il
nipote gli aveva raccomandato nel P.S. della missiva riservata di
distruggerla subito dopo averla letta.
Gettò la lettera sul fuoco che ardeva nel camino. Le fiamme l’avvolsero in un
famelico e repentino boccone.
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“Il capitano Nicolosi “ – riprese Donna Margherita con non curanza, avvicinandosi al
fuoco che il marito aveva cercato di ravvivare, approfittandone per
disperdere i residui della recente combustione – “ è però in forza al Secondo Battaglione!”
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“ E che significa? Gli ufficiali frequentano tutti lo stesso
Circolo ed agiscono sotto lo stesso Comando!”
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“ Ma è arcinoto a tutti che tra gli Ufficiali del Primo e del
Secondo Battaglione del 48.mo Reggimento Piemonte Fanteria non è mai corso buon
sangue!” – replicò Donna Margherita, che non aveva svolto studi specifici in
materia militare, ma vi sopperiva con una discreta conoscenza dei resoconti
salottieri femminili, cercando di smussare i toni del discorso.
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“ State cercando di insinuare che un giovane della casata Stranio
può aver confezionato delle baggianate per infangare ingiustamente un collega
ufficiale di reggimento?” – ruggì pericolosamente l’avv. Stranio.
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“ Caro, hai presente la contessa Eleonora Chivasso Canavese?” –
Donna Margherita si rese conto subito che era meglio cambiare strategia.
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“La moglie del conte Edoardo Canavese?” – domandò l’avvocato
Stranio con uno tono di voce improvvisamente più dolce.
I conti Canavese erano di casa
dagli Stranio. Il conte Edoardo era compagno di caccia dell’avvocato e la
contessa Eleonora faceva parte con Donna Margherita del Gruppo Cittadino delle
Dame di Carità di San Vincenzo. Inoltre i conti Canavese avevano battezzato il
loro ultimogenito e unico maschio Giacomo.
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“ Sì, proprio lei! Luigia le ha chiesto, in via riservata, di
prendere informazioni ed Eleonora conosce personalmente l’ufficiale
attendente in prima del Comandante
del Reggimento Piemonte Fanteria! Non è una fortuna?”
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“ Già, bella fortuna! Se
questo è il risultato della tua educazione a nostra figlia! Ma quando
mai s’è visto che una brava figlia prenda una simile iniziativa senza
interessare prima i suoi genitori?”
Se non
altro è tornato al tu” pensò rincuorata Donna Margherita, che sapeva come quel
“voi”, che suo marito aveva imparato ad
usare da suo padre nei momenti in cui occorreva
rimettere al posto loro le donne, fosse l’emblema di un estremo
disappunto. Adesso, invece, il rimprovero che suo marito le aveva mosso
sull’educazione della figlia celava, dietro il tono burbero, una bonaria e
rassegnata accondiscendenza.
-“ Oh, caro, non te la
prendere! Non sono più i nostri tempi. Oggi, anche le figlie femmine, cercano
di affrancarsi quanto più possono dal ruolo di subalternità! Del resto, se
venisse confermata la predisposizione al gioco del pretendente di nostra figlia,
sarei la prima io ad imporle il distacco più radicale di ogni pensiero che
lo riguardi. Mi preoccupo del gioco e
non delle brighe, perché quando un vero
uomo dovesse accasarsi, le brighe diventano ricordi da ragazzi. Quanto
alle donne, poi, un uomo, se non va
dietro alle donne mentre è libero e solo, che razza di uomo sarebbe mai? Anche
tu, Sebastiano Stranio, prima di prendermi in sposa, puoi forse negare di
essere andato dietro alle donne?”
L’avvocato Stranio sembrò
convinto dalle parole che la moglie, con
grande garbo femminile, le aveva rivolto, o quantomeno ne sembrò placato. Non
volle tuttavia cedere le armi senza un’ultima battaglia.
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“ E cosa farai se ti confermeranno
che si tratta proprio di un siciliano e, per di più, di un ex-
garibaldino?”
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“ Ma Sebastiano caro, se il nostro amato sovrano Vittorio Emanuele
II°, ha deciso di inserire gli
ex-garibaldini nei ranghi dei suoi migliori reggimenti, proprio noi sudditi
dovremmo ribellarci? E non ha forse detto, Massimo d’Azeglio, che dopo aver
fatto l’Italia, occorre fare gli Italiani?”
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“ Eh, già! E tu gli Italiani del Marchese d’Azeglio li vuoi
iniziare a fare in casa nostra?”
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“ E perché no? “ – rispose Donna Margherita imitando il tono
giocoso del consorte.- “ E non ti scordare, infine, che Luigia ha già ventuno
anni suonati! Vuoi forse che tua figlia maggiore resti zitella, mentre le sorelle minori saranno già maritate e con
prole?”
L’avvocato non ebbe nulla da
replicare e sua moglie si licenziò con un bacio e con un leggero inchino, che
abbozzò quando era già sulla porta. Quell’ultima considerazione si dimostrò
decisiva, almeno per decidere se valutare o meno la proposta matrimoniale del
capitano Gaspare Nicolosi da Mazara del Vallo di Sicilia, di stanza ad
Alessandria, nel 48.mo Reggimento Piemonte Fanteria.
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