SANDALI NELLA POLVERE
Teatrocronaca in
venti scene da Gerusalemme e dintorni di
Ignazio S. Basile
PROLOGO
L’azione si svolge nel palcoscenico di
un anonimo teatro, in una cittadina della provincia italiana nella seconda metà
del sec. XX, ove si sta allestendo lo spettacolo “Sandali nella polvere”, teatrocronaca in ventidue scene da
Gerusalemme e dintorni. Lo spettacolo è incentrato sulle vicende terrene di
Gesù Cristo, rivissute attraverso le testimonianze dei suoi dodici discepoli,
affiancati dai due evangelisti Marco e Luca e da alcuni personaggi tratti dal
vangelo di San Giovanni, che come dei cronisti solitari, riferiranno al
pubblico, in una forma poetica, rimata
ed asciutta, ciò che hanno visto del
Maestro, senza interagire tra loro, se non specificamente richiesti di
farlo dal regista. Quest’ultimo, alla
ricerca di nuove forme drammaturgiche,
ha montato il dramma con la tecnica retrocronica ( o del flashback) per
cui ha deciso che l’opera debba iniziare con la morte di Gesù e che si snodi
quindi, con le testimonianze dei vari personaggi, attraverso il tradimento, la
predicazione, i miracoli ed altri episodi della sua vita pubblica e privata,
fino alla conclusione che sarà contrassegnata dall’Annunciazione dell’Arcangelo
Gabriele alla Vergine Maria, deludendo
in tal modo le aspettative di chi crede solo nel teatro di tradizione ed
in particolare dell’attore che interpreta il
personaggio di San Luca. Ma per
un disguido della produzione alcuni personaggi del dramma si ritrovano sul palcoscenico
convinti di svolgere una normale prova autogestita, senza essere stati
avvisati che invece, per un cambiamento
nella programmazione, in quel giorno
deve aver luogo una prova generale alla presenza del pubblico pagante e dei critici. La
mancata informazione sullo svolgimento
della prova generale causerà così una
serie di equivoci e di errori che porteranno gli attori ad interagire ed a
colloquiare tra loro, trasformando la commedia, anche grazie alla loro bravura
ed alla loro prontezza di improvvisazione, in uno spettacolo comunque
divertente e brillante. L’azione si
apre con il personaggio di San Luca che,
nel buio totale, accenderà una candela.
Egli, convinto di essere solo sul palcoscenico, sfoga la sua amarezza contro il
regista, di cui si considera vittima e
dopo, notando il pubblico in sala, ne approfitta per criticare tutta la direzione dell’opera drammaturgia di cui è interprete.
La scenografia è essenziale.
Luca (accendendo
una candela che tiene in mano, parlando tra sè )
-
Oooooh!!!Finalmente ce l’ho fatta, a ritrovarmi sul palcoscenico
da solo!!! E’ bastato arrivare un
po’ più tardi del solito alle prove ed eccomi qua, nella pace!!! Ora posso riempire
il silenzio coi miei pensieri ed immaginare
l’azione teatrale come vorrei che fosse; ma cosa dico? Come essa deve
essere, nell’unica forma possibile e
immaginabile! Il teatro è il teatro, che altro sennò?!? Io mi domando e dico:
come si può soltanto pensare di cambiare le forme di drammaturgia che da sempre
hanno fatto ridere e piangere, amare e odiare, appassionare e disilludere gli spettatori
da che mondo è mondo? Hum! Come se duemila e cinquecento anni di teatro, dai tragediografi greci sino a
Pirandello, fossero passati
inutilmente! Hum!!!! (con
tono di voce più duro ) Ma un giorno o l’altro gliele canterò come
si conviene a questo regista dei miei stivali con la sua smania
di monologhi e sperimentalismo a teatro,
adesso! Come se non bastassero tutti gli –ismi di questo infausto
millenovecento non ancora trascorso: (elencando in tono pedante, mentre darà
mostra di cercare qualcosa) dadaismo,
futurismo, ermetismo; per non parlare di altri –ismi nel campo della politica…Ssssè……….
Il teatro, che rappresenta l’azione per antonomasia, ridotto ad una sequela
quasi ininterrotta di monologhi che si susseguono in nome dello sperimentalismo
di Monsieur Quiensau!!! Oh, ma a me non lo
danno di certo a bere questo bibitismo artistico! Hehehè!!!Ci
mancherebbe altro: dopo venticinque di onorata carriera sul palcoscenico! (andando verso il sipario, dopo aver
girovagato per il palcoscenico, senza mai guardare direttamente verso il pubblico) Ma dove avranno ficcato quel tavolino con quella bugia? Finirò con lo
scottarmi seriamente se tracima questa cera fusa!!!! ( Si accosterà in direzione del proscenio e, seminascosto dalle prime
quinte, scorgerà finalmente un tavolino tondo con una bugia) Ah, eccolo
qua! (in tono ironico)Trasferito
d’ufficio, dalle ultime alle prime quinte!
(Vi sistemerà il suo mozzicone di
candela. Posizionando il tavolino verso il centro della scena si accorgerà del pubblico). Ehi! Ma che diamine??!??
Qui c’è della gente!!! (ritirandosi
istintivamente all’interno del raggio di
visuale della candela, ancora tra sè) Ma,
santi numi! C’è il teatro strapieno! Ma che strano! Eppure io sono certo, che per oggi erano fissate le ultime
prove autogestite, come le chiama lui!! Dev’essere stata anticipata la prova
generale! Avrebbero potuto anche avvisarmi per tempo, però! I soliti pasticci
dell’organizzazione…..Eh già…. Anche il rigore degli orari si è perso con
questo pazzo modernismo! O tempora, o
mores!!!!! E va bene! Tanto peggio, tanto meglio! (con un moto improvviso muoverà alcuni passi avanti, superando lo
stupore e rivolgendosi al pubblico) Signore e signori…..buonasera! La vostra
presenza qui, è frutto di …un errore…oh no la mia presenza, è frutto di un errore…… (rinunciando
a spiegare) Beh, sentite è un po’ troppo lungo da spiegare, ma visto che
voi ed io siamo qui, vorrei almeno spiegarvi il dramma come lo vedo io, e poi
giudicherete voi chi abbia ragione, a proposito di una certa diatriba…… Mmmmmm….
Innanzitutto la storia: si narra di una Madre e, soprattutto, di suo Figlio; oh, non vorrei anticiparvi
troppo, sennò vi rovino lo spettacolo. (pausa) Però una domanda ve la devo per forza fare:
secondo voi, trattandosi di una madre e di un figlio, l’azione dovrebbe ben
cominciare con l’ Annunciazione o, quantomeno, con la
Nascita di questo figlio? Ebbene? (pausa retorica
) E invece no! Lui (indicherà con il
pollice della mano destra dietro le quinte), lui, dicevo, dice di no!
Bisogna iniziare con la sua morte, proseguire poi, via, via, con la
risurrezione, con il tradimento di uno
dei suoi migliori amici e poi, a ritroso, narrare i suoi prodigi, i suoi amici, la sua infanzia,
la sua nascita e, finalmente,
l’Annunciazione. E naturalmente io, che interpreto San Luca, il sommo
autore dell’Annunciazione, anzicchè apparire per primo sulla scena, apparirò
per ultimo. (pausa; in tono sempre più
stizzito ) Come se gli uomini, tutto
ad un tratto, si mettessero a camminare a testa in giù! O i figli pretendessero
di consigliare i genitori! O magari, che so io, la gallina fosse nata
prima dell’uovo! E non è tutto! Non è tutto. Vada per l’annunciazione alla
fine, relegata in fondo alla recita. Ma almeno, mi si consenta,
rappresentiamola come Dio comanda! (Con
gesti appropriati) Un bell’Angelo scende giù dall’alto e annuncia, con voce
soave, alla Vergine ignara ed assorta, la nascita del Messìa! No! Neanche
questo va bene. Che cosa escogita, lui (gesto
e tono c.s.): sarà lo stesso San Luca
a svolgere l’azione, senza interagire né con l’angelo né col diavolo che
se lo porti, dannato regista del cavolo!
-
(Si sentirà una
voce dal retro che chiama, nervosamente
contenuta)
-
Voce : “ Chi è là? Il regista sta cercando
come un disperato tutti gli attori! Rispondetemi! La prova generale sta
per iniziare! Non avete udito il primo squillo? ”
-
Luca: (accingendosi
a squagliarsela) Gesù! Mi sembra la voce di quel micragnoso di Matteo! (rivolto al pubblico) Non traditemi, per
carità! Voi mon mi avete visto! A dopo.
SCENA SECONDA
(Matteo)
Matteo (Accostandosi alla candela ancora accesa)
-
Ma qui c’è una candela
accesa! Poco prima dell’ingresso in scena? (in tono seccato) Chissà chi sarà stato? Ma guarda un po’ se
l’amministrazione doveva dimenticare di avvisare alcuni attori che stasera
sarebbe andata in scena una prova
generale alla presenza di pubblico pagante e dei critici! Ce ne vuole di…… (Ricordandosi
del pubblico) Oh mamma! Il pubblico sta aspettando in sala! Il regista è nero dalla rabbia! (Al Pubblico) Ehm… salve! Scusate, avete
per caso visto, qua in giro, un certo San Luca; oh si fa per dire! San Luca
è soltanto il suo nome di scena! Si tratta di un attoruncolo semi-dilettante, legato agli
schemi teatrali classici più di un bambino ai suoi giochi…..Pensate che costui pretendeva che il regista rappresentasse la
scena dell’incontro di Maria con sua cugina Elisabetta, possibilmente, sentite
questa, con l’asino che servì alla Vergine per raggiungere la cugina, qui, sul
palcoscenico, in carne ed ossa. Sapete cosa gli ha detto il nostro regista! (imitando una voce dolce, non astiosa,
paterna) “Il problema è che non saprei dove trovare altre due attrici
per fare le cugine; infatti l’asino potresti interpretarlo benissimo anche tu!”
Che risate! Mi sto ancora tenendo la pancia! (pausa) Scusate ancora, ma non vorrei darvi un’impressione sbagliata
né di questa opera, né del suo regista. A scanso di equivoci, vi dirò che il regista è una persona
splendida. Ciò che vedrete è frutto di una scelta che tutti,
o meglio, quasi (pausa) tutti,
abbiamo fatto insieme al regista sulla necessità di mutare i canoni
della rappresentazione sacra. D’altro canto chi firma il lavoro è il regista
ed è giusto che sia lui a decidere. Non vi pare? (guarderà l’orologio) Mamma, che tardi! Adesso devo proprio andare!
(fa per avviarsi) Ah, se vedete
qualche anima in pena aggirarsi attorno al palcoscenico, speditela subito
dal regista, sennò addio recita! A proposito: io interpreto San Matteo………. (Si
udranno tre squilli di campanello sonori e prolungati) Oh Dio! I tre
squilli! Lo spettacolo sta per iniziare! Adesso vado sul serio! Buon
divertimento a voi e in bocca al lupo per noi! (saluta e si avvia portandosi via la candela accesa)
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