venerdì 25 febbraio 2022

Un'indagine al di là delle evidenti apparenze - 2

 

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Non c’era niente di più stressante che un processo sommario, fatto fuori dalle aule di un tribunale, pensò il commissario avviandosi verso la sede della Questura. Come certi programmi televisivi che andavano di moda, infarciti di sedicenti esperti e improvvisati criminologi, dove si ricostruivano i processi più eclatanti e recenti che, a prescindere dalla loro evidente e oggettiva complessità, non sembravano trattenere il pubblico da giudizi tanto sommari e superficiali, quanto azzardati e fuori luogo. 

Neanche il tempo di finire la sigaretta ed era arrivato in Questura. L’edificio che la ospitava si trovava proprio dietro il Palazzo di Giustizia, come se i tecnici del Piano Urbanistico avessero voluto farne un presidio di protezione e retroguardia.

Il commissario spense la sigaretta sotto la scarpa prima di imboccare la scalinata in travertino che portava all’interno della Questura.

Il piantone lo accolse accennando un saluto militare.

Il suo ufficio era al primo piano, e le ampie finestre si affacciavano proprio su uno degli ingressi secondari del Palazzo di Giustizia. Sulla sinistra era visibile anche l’ingresso delle ex scuole magistrali, che adesso ospitavano il liceo socio-pedagogico, o qualcosa del genere.

Ripose, come al solito,  i giornali in un cassetto della scrivania e si accomodò nella sua poltrona.

Ma sei nuovi fascicoli con altrettanti casi di omicidio, recenti e ancora da risolvere, lo aspettavano all’interno dell’armadio di sicurezza. Li prelevò e li ripose sul ripiano della scrivania. I due fratelli trovati morti nelle campagne di Settimo San Pietro. La prostituta strangolata sul litorale di Giorgino. Un corpo privo di arti e mutilato dalla voracità dei pesci restituito dal mare. Il matricidio, probabilmente per colpa di un tossico esasperato dall’astinenza e dalla mancanza di soldi per acquistare la dose, il quale  però si era dileguato chissà dove. Due ennesimi femminicidi, presumibilmente già chiusi. Uno con il suicidio del marito colpevole, l’altro con la costituzione dell’autore che si era autoaccusato dell’omicidio.

Nella consueta riunione settimanale del venerdì si era deciso con i suoi collaboratori,  l’ispettore Zuddas e il sovrintendente Farci, di cominciare a svolgere delle indagini raccogliendo a verbale delle informazioni e altre possibili prove, per ricomporre le vicende criminose in un quadro investigativo coerente e comprensibile.

continua...

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