«Buongiorno
avvocato» – disse il maresciallo Camboni stringendole la mano, dopo le
presentazioni di rito.
La
borsetta era stata posta sotto sequestro e il sospettato era già in viaggio per
il carcere di Uta, per disposizione del procuratore aggiunto Gessa!
Il
dottor Gessa, intanto, finita l’intervista, si stava avvicinando al quartetto.
Salutò
con un largo sorriso, stringendo la mano all’avvocato e al medico legale. I due
militari erano subito scattati sugli attenti, portando la mano destra alla
visiera del loro cappello in segno di ossequioso saluto.
-
«Quando pensa ci sarà l’interrogatorio di
garanzia?» chiese l’avvocato dopo i convenevoli.
-
«In settimana. Il giorno esatto dipenderà
dagli impegni del Giudice per le Indagini Preliminari. Venga a trovarmi a
Palazzo, così le faccio notificare anche l’incidente probatorio! Ce la fa per
mercoledì ad eseguire l’autopsia, professore?»
– aggiunse di seguito il magistrato rivolgendosi al medico
legale.
-
«Ce la faccio», rispose Monsalvo, sempre
con quel suo tono asciutto.
-
«Allora ci vediamo domani alle nove!»
disse il procuratore aggiunto rivolto ad entrambi.
-
«Alle nove io penso di essere ancora a Uta
per conferire con il mio cliente» – interpose l’avvocato.
-
«Ah! Certo!» – fece il dott. Gessa –
«Facciamo a mezzogiorno allora?»
-
«A domani a mezzogiorno!» – confermarono
sia il medico, sia l’avvocato.
-
«Buonanotte allora!» – salutò il
procuratore generale andando via, seguito dai due sottufficiali di polizia
giudiziaria.
Anche l’avvocato Levi e il prof.
Monsalvo si salutarono, aggiornandosi all’indomani mattina.
Recuperata la sua auto, l’avvocato si
avviò verso casa. Aveva giusto bisogno di riposarsi e raccogliere un po’ le
idee.
Gli serviva la versione del suo
cliente, prima ancora di quella degli inquirenti, che comunque avrebbe appreso
dai verbali.
I suoi pensieri si sarebbero
schiariti al mattino, come le tenebre che ancora avvolgevano la città
silenziosa si sarebbero schiarite al levarsi del sole.
Nessun commento:
Posta un commento